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mercoledì, novembre 14. 2018
L’aria viene utilizzata in ambito ospedaliero non solamente per azionare strumenti chirurgici e apparecchiature come la TAC, ma anche per trattamenti sui pazienti tipo l’ossigenoterapia. A questo proposito, si parla più precisamente di aria medicinale.
L’aria medicale deve rispettare particolari standard, mentre l’impianto di generazione deve essere progettato e costruito seguendo alcuni principi per assicurare il necessario livello di sicurezza e tutela della salute e della vita dei pazienti, in particolare quello di ridondanza.
I punti da tenere a mente sono i seguenti:
Per aria medicale si intende quella somministrata direttamente ai pazienti a scopo terapeutico. Essendo a tutti gli effetti un farmaco, l’aria medicale ricade nelle prescrizioni dettate dalla legge e dalla Farmacopea Ufficiale Italiana.
L’aria medicale in uso negli ospedali viene prodotta in due modi:
La responsabilità in materia ricade sulla farmacia ospedaliera e in particolare sul dirigente, che ne deve garantirne la qualità e la disponibilità.
L’aria compressa non destinata direttamente ai pazienti non è a rigore aria medicale, pertanto non può essere considerata un farmaco; tuttavia i requisiti di purezza richiesta non si discostano di parecchio da quella ad uso medico per via della delicatezza dei meccanismi dei dispositivi medici con essa alimentata.
L’impianto per la generazione e distribuzione di aria medicale è considerato a tutti gli effetti un dispositivo medico.
A livello progettuale, è bene tenere a mente alcune linee guida fondamentali dettate specificatamente per questo tipo di impianti:
Tecnicamente, la strategia migliore resta quella di progettare l’impianto tarandolo sulla situazione peggiore possibile e di adottare un design modulare.
In sintesi, l’impianto viene diviso in diversi moduli in grado di attivarsi e funzionare in maniera indipendente. Se un modulo cessa di funzionare, i moduli residui devono essere in grado di sopperire a quello non funzionante, evitando in questo modo fermi tecnici o sospensioni della fornitura.
La normativa armonizzata UNI EN 7396 -1 e 7396 – 2 sostituisce la vecchia norma UNI EN 737 – 3, ormai ritirata, e che definiva i criteri per soddisfare il requisito della continuità di alimentazione.
A questa si aggiunge una nuova norma, la 11100 del2011, che riguarda espressamente la gestione degli impianti dei gas medicali e del vuoto.
Queste norme vanno integrate con le indicazioni e gli indirizzi dati da ogni singola regione, che in molti casi risolvono perplessità e dubbi nati dall’applicazione delle direttive in questione.
Le norme ISO richiamate servono a garantire:
A livello tecnico, le tipologie di impianti per la produzione di aria medicale ospedaliera si riducono a due:
Nel caso di utilizzazione di compressori, l’aria deve essere filtrata e depurata in ingresso e costantemente controllata nella qualità per eliminare inquinanti, batteri e umidità.
Il sistema deve disporre di un numero adeguato di serbatoi in modo da assicurare lo stoccaggio di quantità strategiche in caso di guasto o interruzione del funzionamento del gruppo per qualsiasi ragione.
La struttura che ne deriva, nel caso di scelta di impianto a compressione, è tipicamente la seguente: dispositivo di filtraggio, gruppo di compressione, monitoraggio, serbatoio, distribuzione.
L’aria medicale deve rispettare i parametri e gli standard dettati dalla farmacopea italiana ed europea, e va continuamente monitorata per assicurarne la corretta composizione e l’assenza di inquinanti.
I parametri a cui prestare particolare attenzione sono:
Se l’aria medicale viene prodotta mediante miscelazione di azoto e ossigeno medici, va continuamente monitorato il rispetto delle proporzioni richieste dalla ricetta. La quantità di ossigeno deve restare tra il 20.4 % e il 21.4%.
I compressori utilizzati dovranno generare aria oil-free, ossia assicurare l’assenza completa di goccioline di olii minerali in sospensione. Una soluzione può essere quella di utilizzare particolari tipi di compressore che non utilizzano olii lubrificanti, come i compressori Scroll.
Il monitoraggio andrà effettuato sia a monte (utilizzando idonei sensori e software di controllo) che a valle, con competenza della farmacia ospedaliera che è tenuta a effettuare controlli diretti periodici sui bocchettoni in uscita presso i letti dei pazienti.
Se si utilizza aria medicale compressa, è necessario predisporre un particolare sistema di allarmi operativi per segnalare ogni situazione di criticità, in particolare:
Gli odierni sistemi di generazione di aria compressa medicale prevedono più o meno tutti dei meccanismi di rilevamento della qualità dell’aria in automatico che sono basati sulla combinazione di appositi sensori e di software di gestione e controllo appropriato.
L’attuazione di un sistema di allarmi operativi conforme alle prescrizioni sanitarie vigenti diventa in questo modo abbastanza facile a livello tecnico. Tra l’altro, gli attuali sistemi in molti casi si autoregolano e auto-riparano, a condizione ovviamente che alla base vi sia una buona progettazione del sistema stesso, riducendo di parecchio i rischi di incidenti dovuti a negligenza o errore umano.
I locali destinati a contenere l’impianto di produzione dell’aria medicale devono essere ben puliti, areati, e illuminati.
Se si utilizzano compressori, il fattore critico da monitorare è quello della qualità dell’aria in ingresso, in quanto questo parametro influenza pesantemente la qualità dell’aria in uscita dal sistema. In particolare, è bene ricordare di:
L’accesso alla sala compressori deve essere consentito unicamente a personale autorizzato attraverso porta chiusa a chiave che si apre verso l’esterno e senza uso di chiave dall’interno.
Per i requisiti di sicurezza della sala compressori, si consiglia di leggere anche l’articolo sulla normativa di sicurezza dei compressori industriali.
Negli ospedali e nelle strutture sanitarie, è necessario predisporre un protocollo che descriva i controlli di qualità da effettuare periodicamente e le relative responsabilità. In particolare, bisognerà prevedere:
La parte più delicata riguarda ovviamente le azioni da intraprendere se si ha un controllo con riscontro positivo, in quanto in questo caso è evidente il verificarsi di un problema o di un incidente.
Gli strumenti utilizzati per il controllo dovranno essere conformi alle prescrizioni e tarature indicate dalla farmacopea italiana, e adeguatamente certificati.
Un buon sistema di manutenzione assicura non solamente standard di sicurezza adeguati, ma anche il contenimento dei consumi (sia energetici che di esercizio), e conseguentemente dei costi.
Il piano di manutenzione si dovrebbe articolare sia su interventi ordinari che straordinari prevedendo una serie di controlli periodici. Bisognerà tenere un registro della manutenzione e conservare la relativa documentazione per finalità legali, assicurative e tecniche.
Nel caso di manutenzione straordinaria, è necessario individuare il personale responsabile che dovrà essere in condizioni di pronta reperibilità.
I sistemi moderni di gestione dei compressori per aria medicale permettono di alleggerire parecchio gli oneri e le responsabilità della manutenzione ordinaria. Un impianto ben progettato e articolato su un gruppo di più di un compressore può essere infatti gestito in automatico anche da remoto per ridurre la manutenzione al minimo mediante l’adozione di alcuni accorgimenti come:
In ospedale, il responsabile individuato dalla normativa è il dirigente della farmacia interna, a cui spetta il comando del personale tecnico e sanitario preposto alla sorveglianza e gestione del sistema di produzione e distribuzione dell’aria medicale.
Gli addetti devono essere munito di idonea qualificazione e adeguatamente addestrato al rispetto sia delle linee generali che dei protocolli specifici previsti dalla struttura ospedaliera.
Il regolamento interno di gestione dell’aria medicale deve indicare espressamente le responsabilità e su chi ricadono, ed è bene tenere adeguata documentazione di tutta l’attività di formazione svolta.
A tal proposito, ricordiamo che esistono numerosi corsi tenuti da strutture accreditate a livello regionale.
La gestione dell’aria medicale presuppone l’adempimento di numerosi obblighi. Per questo motivo è necessario documentare adeguatamente ogni attività svolta a fini di evitare o gestire possibili complicazioni legali, in particolare:
In particolare, è bene documentare e aggiornare con cura:
La documentazione va conservata per tutta la durata di vita prevista dal fabbricante per l’impianto di generazione e distribuzione dell’aria medicale a cui si riferisce.
Per approfondire:
Gas medicinali: D.Lgs 219/2006 e successive modificazioni (codice del farmaco)
http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto?id=23926
Guida alla legislazione su dispositivi medici e gas medicinali a cura di Federchimica:
http://www.sifoweb.it/images/pdf/eventi-ed-ecm/corsi-regionali/2014/Mariani.pdf
Guida alla preparazione di aria medicale in ospedale a cura di Federchimica:
http://www.sifoweb.it/images/pdf/eventi-ed-ecm/corsi-regionali/2014/Ferrari.pdf
Introduzione alle norme ISO di rilievo a cura Associazione Italiana Impianti Gas Medicali: